NO AI LADRI DI FUTURO – NO AI LADRI DI DEMOCRAZIA
Ministri che abitano case extra-lusso pagate da altri, che danno del cretino al collega di governo; faccendieri con deleghe ministeriali che vendono nomine politiche per concretizzare la rete della corruzione che depreda ogni giorno risorse pubbliche, portando alle stelle gli interessi sul debito pubblico. La corruzione costa 60 miliardi l’anno alle famiglie italiane; gli evasori rimangono intoccabili, provocando una perdita di 120 miliardi l’anno, ma per loro è previsto un nuovo condono….
In quest’Italia alla deriva etica, politica ed economica, a pagare ancora una volta sono i lavoratori, pensionati, studenti e lo stato sociale.
Incredibile come anche questa volta – per evitare il “pericolo fallimento” per il paese, utile strumento di propaganda per accelerare l’approvazione della manovra economica – la compatta “responsabilità nazionale” metta tutti d’accordo nel rubare futuro e democrazia ai lavoratori e alle loro famiglie, mentre rende sempre più appetibile e sicuro l’affare degli interessi sul nostro debito pubblico.
In questa manovra di “unità nazionale”che ormai ha superato i 65 miliardi :
♦ le Pubbliche Amministrazioni, che garantiscono lo stato sociale, sono strangolate dal taglio sistematico di risorse
♦ ai lavoratori pubblici, bloccati i rinnovi contrattuali per gli anni 2010-2013, vengono congelate le buste paga fino al 2017, nel frattempo il costo della vita aumenta
♦ il congelamento del salario in 5 anni, con l’inflazione avviata al 3% e con i 2 anni già in cavalleria, causa un esproprio del 20% in termini di potere d’acquisto
♦ si perdono 200 euro ogni 1000 di salario netto in busta paga, oltre i prelievi da parte degli enti locali ad oggi aumentati di 10 miliardi. Ciò comporta una contrazione dei consumi di milioni di famiglie che aumenta la crisi e la regressione economica
♦ oggi blocca la rivalutazione per i pensionati della ex classe media di questo paese, mentre Governo, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil si apprestano a rimettere mano alle pensioni, prevedendone una riduzione di quelle future
Questa manovra non prevede nulla contro la precarietà del lavoro, per i giovani, per l’occupazione; aumentano invece i licenziamenti dei precari.
Questa manovra antipopolare si accompagna ad un attacco alla democrazia sindacale senza precedenti con l’accordo del 28 giugno di Confindustria, cgil, cisl e uil. che blinda le relazioni sindacali, distrugge il contratto nazionale, istituisce il monopolio della rappresentanza sindacale.
L’Università, smantellata dal definanziamento e dalla contro-riforma, non può rimanere silente, come se fosse incapace di una benché minima reazione !!