Lettera aperta al Rettore e
al Direttore Amministrativo
La presente OS ritiene totalmente negativo il comportamento assunto dall’Amministrazione in questa cruciale fase di riassetto organizzativo dell’Ateneo: sia con riferimento agli interessi del Personale tecnico amministrativo e bibliotecario che nella prospettiva di una efficace gestione dell’Ateneo tutto. Si procede senza dare le necessarie informazioni e senza coinvolgere la comunità accademica nelle decisioni adottate in applicazione delle leggi che riguardano tutto il personale dell’Università. Dalla dislocazione, dalla professionalità di tale personale dipenderanno tutti i successivi importanti adeguamenti che sarà necessario affrontare.
Le notizie che ci giungono come O.S. sono confuse e spesso contraddittorie tra loro. Giunte a nostra conoscenza, tra l’altro, mai a seguito di comunicati ufficiali od ufficiosi, e neppure coinvolti magari solo per conoscenza. Sentiamo quindi il dovere di ricordare ai vertici dell’Ateneo che la dignità del personale non permette di equiparare lo stesso ad una fotocopiatrice od ad un computer, che possa essere spostato a loro piacimento.
Sottolineiamo che in nessuna occasione è stato possibile fare un discorso compiuto sull’Ateneo. Discorso capace di oltrepassare la mera difesa di interessi corporativi, seppure in alcuni casi specifici più che legittimi. Discorso che alla luce del recente atteggiamento dei legislatori verso il sistema universitario – condiviso va detto da gran parte della popolazione – sarebbe stato più che opportuno. Il nuovo assetto normativo ha praticamente archiviato circa 25 anni di Autonomia Universitaria, decretandone il totale fallimento, e additandola spesso come pura fonte di privilegi. Di conseguenza le nuove norme ora monitoreranno ogni passo degli Atenei, al fine di giudicarne l’efficienza.
Come risponde a questo il mondo accademico? Ritenuto (e non sempre a torto) principale responsabile di questo giudizio? Con quale autocritica, con quali nuove ricette per il futuro? Non è forse questa mancanza di risposte il segno che proprio nulla possa cambiare in futuro se non in peggio e che così facendo si dà conferma alla diffusa opinione negativa sulla gestione accademica degli atenei italiani?
È in questo contesto sfavorevole a tutti che va inquadrata la mancanza di
rapporti trasparenti instaurati dalla nostra Amministrazione.
Per esempio prendiamo un caso specifico. Tutti sanno che una struttura rappresenta un team di persone che concorrono all’obbiettivo del buon funzionamento della struttura stessa e che questo scopo può essere perseguito solo valorizzando le singole unità che la compongono. E’ solo così che si migliorano i risultati e non si tira a campare. Dovrebbe essere evidente comunque che il funzionamento di una struttura dipende in gran parte dall’armonia delle persone che ci lavorano e che i risultati dei singoli dipendono dall’impegno e la motivazione che hanno sul lavoro. Umiliare i dipendenti imponendo loro trasferimenti dall’alto sicuramente non persegue questi obiettivi. Anzi ci induce a pensare che anche nel futuro il merito non verrà premiato, che impereranno sempre le solite leggi clientelari.
Escludere sistematicamente il personale amministrativo dalle decisioni che lo riguardano direttamente certamente non concorre a costruire un clima adatto a ottenere buoni risultati; sarebbe, invece, auspicabile una netta inversione di tendenza, anche a rischio di un rallentamento delle procedure decisionali, ma con la garanzia di gettare le basi di un contesto lavorativo favorevole alla massimizzazione dei risultati.
Distinti saluti.
Roma, 30 marzo 2012
Il Coordinamento USB Università Tor Vergata
ALLEGATO: ♦ Non siamo fotocopiatrici