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La riunione degli iscritti a USB Università Tor Vergata  ha proposto la

CANDIDATURA

 di

ANNA MARIA SURDO

La scelta espressa dall’assemblea costituisce un segno di continuità al lavoro finora svolto dal nostro rappresentante uscente, in profonda sintonia con le modalità e i contenuti delle battaglie condivise: portare la voce del personale, valorizzandone la professionalità e l’apporto allo sviluppo dell’ Ateneo.

Il nuovo Senato Accademico è espressione di una Riforma del Sistema Università che riduce gli spazi di democrazia,  penalizzando ulteriormente la dignità e i diritti del personale tecnico amministrativo e bibliotecario.  

Esprimere la preferenza per la nostra candidata Anna Maria Surdo significherebbe sostenere una  rappresentanza fortemente identitaria della categoria. Una candidata che in passato ha già operato ottenendo risultati concreti, che ha dimostrato con l’iniziativa di saper  cogliere le occasioni e gli argomenti  idonei per svolgere in Senato Accademico (http://www.rdb.uniroma2.it/index.php/archives/1413) una funzione rappresentativa che accetta quei valori che sono a fondamento di una modalità trasparente e democratica di piena tutela degli interessi comuni.

 Aprile 2012                                 Coordinamento USB PI  Università Tor Vergata

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Care colleghe e colleghi,

martedì  17 e mercoledì 18 aprile saremo chiamati ad una nuova scadenza elettorale: l’elezione dei  nostri rappresentanti  in Senato Accademico.

Nel  proporvi  il comunicato del  Coordinamento USB a sostegno della mia candidatura, colgo  l’occasione per esporre brevemente, e in modo informale,  alcune personali riflessioni, rammaricata di non poterle scambiare di persona con tutti voi.
Siamo tanti, gli impegni di lavoro pressanti e l’impossibilità  di fruire di permessi particolari (come è per  i distaccati in ambito sindacale)  rappresentano  un ostacolo ad un colloquio  diretto  e di confronto, come richiesto in una “vera campagna elettorale”  che prepari un voto ragionato.

Allora io, e  il Coordinamento con un  comunicato,   abbiamo provato a scriverle  queste “ragioni”.

Si ritiene  generalmente che il  Senato  Accademico non abbia una funzione centrale. E soprattutto che non  ci sia spazio per i “non docenti” per poter  svolgere un  ruolo di rappresentanza  incisivo, o forse alcun ruolo.
Ma questo non è vero in senso assoluto: le variabili sono date dalle motivazioni e dagli obiettivi  che muovono  chi si candida ad assumere
quel ruolo.   Oltre a mettere in campo un’azione che faccia pesare il fatto  che la nostra  categoria non può essere ignorata, con una buona dose di  iniziativa si possono ottenere risultati tangibili nell’interesse  di tutto il personale.    Questa è l’opinione che ho maturato sul campo, ovvero con l’esperienza  acquisita in sei anni di frequentazione del Senato Accademico (2001-2007).

Aggiungo che non è facile gestire la presenza nell’organo accademico, come esponente della nostra categoria: non stiamo tutti  nella stessa barca e, pertanto, gli interessi sono diversi e distinti. Una condizione che  ha indirizzato sempre  il  mio operato.   E’ del tutto evidente che, sia per la distribuzione   delle risorse che per la organizzazione del lavoro e per altri  aspetti della vita universitaria,  gli interessi del personale tecnico amministrativo e bibliotecario e di quello docente possono essere in conflitto. Abbiamo rispetto e partecipazione per il lavoro ed i problemi dei docenti e li abbiamo sempre appoggiati nelle cause giuste,  ma riteniamo del tutto inappropriato  comportarsi come se questa differenza di ruoli non comporti anche  una differenza di interessi: come già dichiarato dal nostro  rappresentante in Senato Accademico uscente, Giancarlo di Santi,  in battaglie importanti questo conflitto di interessi in alcuni dei nostri rappresentanti è stato ben palese ed ha comportato gravi defezioni.

Non credo di esagerare se  sostengo che in passato ho partecipato al Senato  con coscienza e l’assunzione di responsabilità di una veste istituzionale, ma anche con personale  entusiasmo  e sorretta da una base solidaristica, a cui ha contribuito l’esperienza sindacale, arrivando  al
termine del mandato esausta … quasi logorata fisicamente come se fossi scesa,  metaforicamente  parlando, nella   “fossa dei leoni”.                        Questo è anche uno dei motivi per cui noi di USB ci  siamo imposti una partecipazione il più possibile collettiva e un’alternanza nell’assumere il ruolo di senatore. Compito,  comunque,  portato avanti con   perseveranza ed impegno anche all’esterno dell’organo stesso.  Tutti voi, difatti,  avete potuto constatare  (pubblicato tutto sul sito www.usb.uniroma2.itdal  Senato Accademico) che siamo stati gli unici a tessere il filo della  comunicazione e  relazione  tra il Senato e  il personale,  informando,  nonché  relazionando sugli argomenti  su cui venivamo  chiamati ad esprimere un parere, a volte contrario ma motivato dalla convinzione di agire nell’interesse comune.

Con il nuovo Statuto,  il numero degli eletti da quattro si riduce  a due  unità.  La competizione sarà  quindi più serrata, ma è necessario che sia sostenuta dalla  partecipazione massiccia del  personale.
Noi siamo una  certezza per la nostra categoria, perché portiamo  “i fatti” dalla  vostra parte (per memoria alcuni documenti in allegato). In ogni
caso esprimo gli auguri  a chiunque vada la vostra scelta.  

Cordiali   saluti.

Anna Maria Surdo

 

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