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FIDUCIA_1VOGLIAMO I NOSTRI SOLDI …

MA A QUALE PREZZO POSSIAMO OTTENERLI??:

 DOVETE AVERE FIDUCIABATOSTE  

Lo ha chiesto l’amministrazione ai sindacati e dunque ai lavoratori, nel presentare in contrattazione l’ultima versione dell’accordo integrativo 2012.

Una ipotesi d’accordo “contrattato” con i revisori dei conti, anziché con le rappresentanze sindacali,  convocate solo per sottoscrivere un testo che per l’Amministrazione deve, invece, ritenersi “blindato”, cioè immodificabile.

Tra l’altro occorre firmare con molta fretta. Poiché siamo alla fine del 2012 e disponiamo di solo due mesi per realizzare un “progetto finalizzato: mappatura dei processi”, divenuto improvvisamente (??) parte discriminante dell’intero accordo.

Quindi due mesi per essere formati, per portare avanti e completare un complesso progetto finalizzato che, ci hanno riferito, solo in parte è stato già  svolto presso alcune strutture dell’Ateneo. Ma anche qui, cioè dove è stato realizzato, il tutto è avvenuto all’oscuro del fatto che le attività svolte per il progetto avrebbero costituito in futuro la base fondamentale su cui procedere in previsione della valutazione individuale, ai fini dell’erogazione di una parte dell’accessorio.

Tutto ciò rappresenta sia una pura prevaricazione della nostra dignità di lavoratori, sia un’aprioristica procedura discriminatoria nei confronti della gran parte dei lavoratori che non hanno avuto (o voluto) la possibilità di partecipare. Poniamo il caso, non del tutto peregrino, che in una specifica struttura lavorativa, l’unico che abbia aderito al progetto non possa rientrare nel parametro della “flessibilità” non avendo mai aderito all’orario articolato. Allora come lo si valuta? Bah, a quanto pare nessuno ha la risposta giusta …

Tra l’altro il progetto/obiettivo non costituisce una novità, in quanto è tra quelli individuati, in prima istanza per i Dirigenti, nel Programma triennale “Trasparenza, valutazione e merito” pubblicato sul sito web (Piano della performance 2011-2013/Sistema di misurazione e valutazione della performance individuale ed organizzativa).

 La minaccia dei fondi che vanno in economia

A tutto ciò aggiungiamo anche la velata minaccia, fatta circolare a mezzo del sindacato amico, che i fondi non utilizzati nell’anno finiscono tra le economie di bilancio.

Tanto per far chiarezza, precisiamo che questa notizia è infondata: sia il CCNL (art. 88, comma 5) che le circolari del MEF sostengono il contrario. Quest’ultime forniscono istruzioni e indicazioni alle amministrazioni pubbliche sulle modalità di costituzione del fondo accessorio: le risorse non utilizzate sono aggiunte tra le voci variabili del fondo dell’anno successivo e considerate fuori dal limite del tetto 2010 (dal 2011 fino al 2013 il fondo per il salario accessorio non può superare quello certificato nel 2010).

 Un accordo ponte?

Per quanto tranquillizzati su tale fronte, rimane da affrontare un’ipotesi di accordo che individua il progetto finalizzato “mappatura dei processi” come soluzione per chiudere il 2012 ed erogare il fondo a fine valutazione (ma in quale mese del 2013?).

Di contro, però, c’è la consapevolezza che per il 2013 non ci sarà un’altra nuova e diversa intesa: questo sarà il modello di accordo per il 2013 e per gli anni futuri. Si andrà avanti (anzi si ritornerà indietro di anni!) per progetti finalizzati con un sistema di valutazione che presenta enormi margini di discrezionalità lasciati ai responsabili delle strutture nel dare giudizi in base a criteri tanto vaghi e poco verificabili. Senza che i lavoratori siano messi a conoscenza della valutazione finale per poterla eventualmente contestare, con i presupposti per allargamenti dell’orario incontrollabili (flessibilità).

 Il vero obiettivo..

Smantellare il sistema attuale nell’erogazione dell’accessorio per sostituirlo con uno che consenta ai vertici la discrezionalità nell’attribuire le risorse, a chi si e a chi no, con il doppio risultato di controllare i lavoratori (probabilmente perché vi è l’incapacità di gestirli) e risparmiare sui costi del personale: questo è il vero contendere di questa lunga e complessa vertenza, affrontata dall’amministrazione in modo veramente ambiguo.

E come USB lo abbiamo contestato al Rettore, nell’assemblea dei lavoratori.

 La valutazione e il sistema Tor Vergata

Aggiungiamo che avremmo anche agito per superare le diffidenze pregiudiziali sulla “valutazione”, ma non possiamo ignorare che questo modello si inserisce in un sistema “Tor Vergata”, caratterizzato da una tradizione di clientelismo-familismo. Una prassi consolidata che oggi si vuole legittimare con il consenso del sindacato.

Abbiamo dunque rifiutato il “prendere o lasciare”! Consapevoli che qualsiasi decisione non possa prescindere dalla consultazione dei lavoratori. Ma consapevoli, purtroppo, anche del rischio di una spaccatura tra il personale: una parte preme affinché sia risolta al più presto la vertenza, perché legittimamente non vuole e non può rinunciare a quella parte di stipendio.

Appuntamento all’assemblea sindacale unitaria del 7 novembre 2012, alle ore 10, aula n. 3 Facoltà di Giurisprudenza.

USB PI – Università

 

 

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