BOZZA CONTRATTO INTEGRATIVO:
dopo cinque mesi, un’altra versione peggiore delle precedenti
In allegato la bozza del contratto integrativo che l’Amministrazione ha trasmesso alla delegazione sindacale per la seduta di contrattazione di ieri 20 maggio.
Abbiamo deciso di divulgarlo in autonomia e in linea con uno dei fondamentali principi che contraddistinguono la nostra azione sindacale: l’informazione volta al coinvolgimento dei lavoratori, secondo criteri di trasparenza.
Invitiamo tutti a leggere il testo che, sottolineiamo, non costituisce la versione definitiva dell’accordo. Semplicemente perché non siamo d’accordo sull’obbiettivo che l’amministrazione dimostra di voler raggiungere a tutti i costi con questo contratto integrativo: una valutazione a 360° dell’attività lavorativa del singolo dipendente in base a principi e criteri discrezionali lasciati nelle mani del responsabile o suo delegato.
Abbiamo contestato senza pregiudiziali, facendo proposte e, tuttavia, senza risultati positivi.
Anticipiamo una sintesi dello schema dell’accordo, per facilitare il personale nel comprendere la situazione che si potrebbe prospettare. Noi stessi l‘abbiamo definitivamente focalizzata solo nella seduta di ieri e non in modo esaustivo: temiamo ulteriori risvolti peggiorativi che potrebbero non emergere da una prima lettura dell’articolato.
Ci hanno informato che il fondo a disposizione diminuisce. Una parte (da un iniziale 15% siamo arrivati al 33%) è correlata alla valutazione del singolo dipendente, attraverso una scheda di valutazione e un colloquio finale:
– sulla base della valutazione del raggiungimento degli obiettivi assegnati per le posizioni organizzative e per gli incarichi di responsabilità; – sulla base della valutazione graduata dei “comportamenti” di tutti gli altri lavoratori nello svolgimento dell’attività ordinaria.La restante parte del fondo (arrivati al 67% da una partenza sull’85%) che, secondo le richieste sindacali, sarebbe dovuta consistere nella valutazione collettiva o di struttura, invece si rivela un’altra fase della valutazione individuale, ma relativa ad una attività aggiuntiva (i cosiddetti “progetti specifici”). Nel senso che i lavoratori debbono fare qualcosa di più dell’ordinario ed essere valutati per la corresponsione dell’altra quota del fondo.
Dato che la delegazione sindacale lo aveva richiesto per compensare la valutazione di cui sopra, si riteneva che la partecipazione ai progetti fosse svincolata dalla valutazione del singolo e, in particolare, che questa parte dell’accessorio fosse collegata in linea di massima alla prestazione legata alla tipologia oraria, ossia ai rientri pomeridiani. Invece non è così.
Dato il punteggio 10 come risultato complessivo del processo di valutazione, ancora una volta del singolo dipendente, e 7 come punteggio minimo per la corresponsione dell’accessorio: 4 è il dato collegato alla tipologia di orario e 6 ad una ulteriore valutazione rispetto all’esecuzione del progetto. Per cui si potrebbe verificare che il lavoratore, pur avendo aderito al progetto che comporta obbligatoriamente i rientri pomeridiani, potrebbe non essere remunerato, o solo in parte per non aver raggiunto completamente il risultato previsto dal progetto, in base al parere del responsabile.
In ogni caso, nella fase di adesione al progetto, non è detto che il dipendente sappia quanto potrebbe percepire e alla fine se percepirà comunque qualcosa.
Abbiamo avuto una sorta di dèjà vu, ossia l’impressione di vivere un’esperienza già vissuta. Esattamente la scorsa estate: una successione di sedute di contrattazioni con una serie di proposte per il contratto integrativo, in una versione diversa e peggiore della precedente. Ci manca l’accordo bocciato dai revisori e la mobilitazione dei lavoratori ……
In questo percorso “da gambero” che l’Amministrazione si ostina a percorrere, c’è qualcosa che ci sfugge.
Per chi ci segue, già abbiamo evidenziato che in linea con le cosiddette “riforme” innovatrici, c’è una questione di fondo che a nostro parere motiva l’operazione all’insegna del mito della performance: il risparmio sui fondi dei lavoratori e la conseguente gestione della erogazione ad un numero più ristretto e “scelto” di dipendenti.
Questo è ciò che si aspettavano gli appassionati alla valutazione?
Per giovedì 23 è in programma una riunione intersindacale e il 31 maggio un’altra seduta di contrattazione.
Il 22 maggio, come USB, alle ore 12,00 è prevista la mobilitazione a Monte Citorio, in cui chiederemo anche il ritiro della Riforma “Brunetta”.
Roma, 21 maggio 2013
USB PI Università