CONTRATTAZIONE DECENTRATA: IL NOSTRO RESOCONTO
FERIE OBBLIGATE: SEMPRE PEGGIO
Prima di entrare nel merito degli argomenti all’odg, abbiamo affrontato la questione della circolare sulle ferie e chiusure di Ateneo che ha sollevato le proteste del personale, poiché non è oltremodo accettabile che più della metà delle ferie siano obbligate dall’amministrazione.
A chi sostiene che è tutto regolare, precisiamo che il contratto nazionale stabilisce:
– Esse vanno fruite nel corso di ciascun anno solare, secondo le richieste del dipendente, tenuto conto delle esigenze di servizio. … Compatibilmente con le esigenze di servizio, il dipendente può frazionare le ferie in più periodi nel corso dell’anno.
La questione è che da un po’ di anni, ai dipendenti di “Tor Vergata” non viene data la possibilità di CHIEDERE le ferie, se non il minimo sindacale delle due settimane nel periodo estivo, ma senza poter scegliere il periodo perché a Ferragosto … tutti in ferie. Mentre la norma riconosce al lavoratore il diritto (non un obbligo) a usufruire di due settimane di ferie consecutivamente nel periodo estivo (1° giugno-30 settembre). Tra l’altro abbiamo sempre sostenuto che, convenzionalmente, per “due settimane” si intende la metà dei giorni di ferie spettanti. La legge per i lavoratori pubblici e privati (Dlgs.66/2003), a cui si riferisce la norma contrattuale, prevede 4 settimane di ferie l’anno, di cui 2 debbono essere concesse (sempreché richieste) nel periodo estivo, dunque NON due settimane comprese le festività, ma intese come assenza nei giorni lavorativi.
Quest’anno, pertanto, siamo arrivati anche a oltre la metà dei giorni di ferie disponibili, essendo obbligate anche per un solo giorno, nelle giornate di cosiddetto “ponte”. Senza tener conto dell’utenza e della necessità per il personale di poter “chiedere” le ferie, non solo per il recupero psico-fisico, ma anche per poter gestire questioni familiari o personali.
Dalle risposte, abbiamo capito che una delle motivazioni è quella di dover obbligare a causa di accumulo di ferie non godute.
A “Tor Vergata”, difatti, pare che qualcuno abbia l’ abitudine di non usufruirle, come se fosse un tesoretto da accumulare. Si ricorre, chi può, ai riposi compensativi per assentarsi, creando a lungo andare situazioni problematiche per l’Amministrazione che, però, anziché agire sui “responsabili”, scarica su tutti.
Un po’ come la storia dei “furbetti del cartellino”, per cui poi tutti i dipendenti pubblici sono fannulloni.
Queste misure non favoriscono un clima sereno tra il personale e danno un’immagine sbagliata. Abbiamo chiesto di fare un passo indietro, per arrivare ad una soluzione che contemperi le esigenze delle parti. Il Direttore Generale ha affermato che avrebbe verificato la situazione, ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna notizia.
Auspichiamo che gli altri sindacati, tanto solerti a scrivere ai lavoratori sulla problematica, si siano accorti che tutto tace.
PIU’ CHE TRATTATIVE, ANCORA CONFRONTI
Finora si sono tenute tre sedute di contrattazione e, complessivamente, possiamo affermare che sono state occasioni di confronto su vari argomenti. Alcuni dei quali oggetto di accordi (criteri per le indennità di responsabilità, risorse e contratto integrativo, verifica del Regolamento Conto Terzi) o di sola informazione (riorganizzazione dell’ amministrazione e delle strutture dipartimentali, programmazione triennale e assunzione di personale e via dicendo).
Sono state individuate le priorità, anche se alcune tematiche sono strettamente congiunte tra loro: perché se non si chiude il contratto integrativo 2015 e il Conto Consuntivo, non si possono definire le risorse a disposizione. Diventa complicato, pertanto, ragionare in termini concreti sul contratto integrativo per la distribuzione del salario accessorio 2016 in cui si inseriscono le indennità di responsabilità, piuttosto che le progressioni orizzontali o i cosiddetti “premi” del Sistema di (vera) Valutazione che incombe come una spada di Damocle.
Come USB, non potevamo tralasciare di rappresentare la preoccupazione che, dopo la chiusura a marzo del processo di valutazione per la corresponsione dell’IMA, il personale rischi di trovarsi nella busta paga il solo stipendio base. Non dimenticando l’aggravio costituito dagli stipendi bloccati al 2009 e la prospettiva di un rinnovo contrattuale con 6/7 euro di incremento salariale mensile!! E’ stata prospettata la definizione dell’accordo integrativo verso il mese di maggio, che il 2015 deve essere considerato un anno di transizione, quindi una sorta di una tantum, tanto più che le entrate di alcune voci delle risorse aggiuntive risultano inferiori all’anno passato.
LA PRIORITA’
Per affrontare le varie tematiche sono stati proposti dei tavoli tecnici, condividendo la priorità per le indennità di responsabilità. E’ stato precisato che sarà individuato un sistema di criteri equo partendo dall’anno zero, il che potrebbe presupporre situazioni difficili (indennità inferiori) che saranno gestite con una temporalità nell’adeguamento. Altro elemento controverso è il limite all’importo dell’indennità, imposto dal CCNL e avvalorato da un parere della Funzione Pubblica a cui non si vuole derogare, per le categorie D che occupano posizioni specialistiche di peso uguale a quelle assegnate ad EP, che sappiamo godono di indennità di posizione/risultato di tutt’altro importo.
Il Tavolo Tecnico dovrebbe trovare le soluzioni per superare le criticità. Anche se a queste si aggiunge, a nostro parere, il problema di dover mantenere (da parte di tutti) la massima imparzialità ed equità nell’individuare i criteri delle pesature e delle fasce di responsabilità, nonostante siano stati già individuati i nomi dei responsabili. Riteniamo, difatti, che nell’ambito del processo di riorganizzazione, sarebbe stato più opportuno e logico pesare prima le funzioni e collegare ad esse gli importi delle indennità.
Roma, 09.03.2016
USB PI – Università Tor Vergata