DALL’UNIVERSITA’ DI BOLOGNA:
“Sono passati pochi giorni dalla morte di Soumaila Sacko nella tragica giornata di domenica.
Oggi, come rappresentanti di USB in Ateneo, vogliamo condividere con voi tutti il suo ricordo. Perché crediamo che la sua morte riguardi tutti noi e che tutti possano trarne uno spunto di riflessione personale.
Ma chi era Soumaila? Soumaila era un giovane migrante di 29 venuto dal Mali. Era un bracciante agricolo e viveva in una baraccopoli in Calabria nella Piana di Gioia Tauro, zona già tristemente famosa per i fatti di Rosarno e per la schiavitù dei braccianti agricoli, dietro la quale si cela la ‘ndrangheta e gli interessi di caporali ed imprenditori agricoli.
Soumaila era anche un’attivista sindacale di USB, che lottava per difendere i diritti di quei lavoratori che condividevano con lui quella stessa sorte, quelle stesse condizioni di vita e di lavoro.
Noi di USB crediamo che la morte di Soumaila ci riguardi tutti e ci parli di una realtà che non possiamo continuare ad ignorare. La realtà dello sfruttamento dei braccianti agricoli, il razzismo verso la gente di colore, gli interessi della criminalità organizzata, l’indifferenza rispetto alla vita condotta da ampie fasce di immigrati utilizzati solo come carne da macello. Ma questa morte ci parla anche di verità negata da certi media, i quali inizialmente classificavano il fatto come un semplice epilogo di una sparatoria in seguito ad un furto”. E ci parla anche di come sia irresponsabile e superficiale che rappresentanti del governo con elevate responsabilità politiche usino a sproposito termini come “pacchia”, incuranti di come dietro le realtà che costruiscono artatamente, c’è la vita di esseri umani e, a volte, anche la loro morte.
Quanti temi si concentrano in quella sua vita prematuramente stroncata dal colpo di un fucile. Al di là delle ragioni che hanno portato a tale gesto efferato, che ci auguriamo vengano chiarite presto, è chiaro che dietro la morte di Soumaila ci sia la matrice razzista e ci siano le condizioni di vita alle quali lui come tanti vengono condannati.
Ma oggi vogliamo ricordare Soumaila Sacko perché, nonostante le difficili condizioni in cui viveva, questo nostro fratello trovava la forza di esporsi con la sua attività sindacale a beneficio degli altri lavoratori. In un periodo in cui fare sindacato sembra quasi una colpa, l’esempio di Soumalya ci restituisce un’esperienza densa di significato e di valori nella condivisione della lotta per i diritti.
L’auspicio è che la sua morte si trasformi in occasione di riflessione e di crescita per tutti noi.”
Per non dimenticare quanto successo, abbiamo pensato di proporre che la sala al 1° piano nella quale si tengono le Assemblee della RSU, in via San Giacomo 9/2 – Bologna, venga intitolata a Soumalya Sacko in memoria della sua morte e per l’attività sindacale svolta da lui con passione in difesa dei diritti dei lavoratori.
Usb P.I. Unibo