LA DITTATURA DELLA MAGGIORANZA
USB PI ha partecipato alla contrattazione per il comparto Istruzione e Ricerca perché previsto dall’accordo quadro sottoscritto tra ARAN e Sindacati nel luglio del 2016.
Oggi le stesse CGIL, CISL, UIL nazionali si sono poi disturbate per invitare le Università ad essere rigorose nel far rispettare le “regole”, diffidando i Rettori a far partecipare la USB e le OO.SS. non firmatarie, anche in veste di semplici “uditori”, negando pertanto alle Università l’autonomia e l’esercizio della democrazia.
Le Università, però, hanno agito in modo difforme: diversi Atenei hanno prontamente “buttato fuori” la USB e le OO.SS. non firmatarie. In altri Atenei (come Bari, Vercelli, Macerata, Politecnico e …) Rettori illuminati hanno consentito ai delegati territoriali USB P.I. di restare in trattativa in veste di uditori. E continuano a convocare tutti i soggetti sindacali con cui dialogare, accettando il contributo di ognuno in nome del libero confronto democratico da cui il rispetto delle “regole” non può mai essere disgiunto.
Contemporaneamente si assiste in alcune Università (ad esempio Pisa) al tentativo di CGIL, CISL, UIL di escludere dalla partecipazione alla contrattazione integrativa i rappresentanti USB democraticamente eletti nelle rispettive RSU, mediante forzature regolamentari.
Da una parte si vuole imporre il rispetto delle “regole”, dall’ altra le stesse “regole” vengono stravolte con accordi nazionali che escludono dalle trattative i sindacati non firmatari, indipendentemente dalla loro consistenza numerica ed elettorale, regolarmente certificata.
Per decisione delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e dell’ARAN, ai tavoli negoziali di secondo livello non possono partecipare, con facoltà di contrattare, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che abbiano scelto di non firmare il contratto in dissenso con le politiche sindacali delle altre organizzazioni. Nello specifico la USB PI che, pur avendo partecipato al negoziato nazionale del comparto Funzioni Centrali ed avendo comunque dato il proprio apporto alla discussione al tavolo di trattativa, pur avendo promosso scioperi e mobilitazioni, ha poi deciso di non sottoscriverlo poiché non rispondente nemmeno lontanamente alle esigenze dei lavoratori.
La democrazia e la rappresentanza non possono basarsi su regole o patti che escludano qualcuno, a meno che non si pensi ad un modello dove non c’è spazio per la dialettica e il confronto e tanto meno per il dissenso, anche a costo di escludere dai diritti costituzionali parte dei lavoratori.
Questo modello non appartiene alla USB, che conduce una ampia battaglia democratica per ottenere ai tavoli decentrati la presenza di chi è rappresentativo e di chi lo è sostanzialmente nelle quotidiane pratiche di lotta.
Giugno 2018 USB PI – Università
Allegato: ♦ convocazioneBARI