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Nell’ultima seduta di Senato Accademico è stato approvato il Bilancio di Previsione per il 2010 con la sola astensione di Giancarlo Di Santi. Le motivazioni sono illustrate nell’informativa che trasmettiamo allegata a questo messaggio, unitamente alla Relazione Politica del Rettore e Relazione Tecnica del Direttore  Amministrativo per completezza di informazione.

Dal  punto di vista finanziario, per il 2010 anche nel  nostro ateneo si prospetta una situazione assolutamente negativa:  è un bilancio di tagli che colpisce tutto e tutti e in particolare il personale tecnico-amministrativo.

Già si è a conoscenza che il Governo destinerà maggiori risorse alle università per ripianare i bilanci in deficit, anche se non saranno recuperati a pieno i tagli della legge 133.

Nell’eventualità che arrivino le nuove risorse, il Bilancio 2010 è strutturato con una seconda previsione cosiddetta “in programmazione”;  ma la prassi “dei due pesi e due misure” fa sì che  in programmazione ai docenti sarà riconosciuto l’incremento automatico dei loro stipendi bloccati da alcuni anni, mentre per il personale è in previsione una ulteriore decurtazione del salario accessorio con il versamento all’erario del secondo taglio del 10% dei fondi destinati alla contrattazione integrativa imposto dal decreto Brunetta (il primo taglio è stato applicato per il salario accessorio del 2009)  .

Taglio dopo taglio, il fondo consolidato per il salario accessorio sarebbe oramai ridotto all’osso se non ci fosse l’apporto delle risorse aggiuntive (conto terzi, master e convenzioni varie) che, stranamente, ormai sembrano insufficienti a garantire la stessa consistenza degli ultimi anni. Lo stanziamento in previsione per il 2010 è inferiore alla  spesa per il salario accessorio accertata ad ottobre 2009 e rimarchiamo che in programmazione non è previsto un euro in più, ma il taglio di cui sopra.

Sarebbe nostra aspirazione essere informati per sapere se, tuttavia, la decurtazione sia stata conteggiata nella costituzione del Fondo salario accessorio 2010; oppure perché il Fondo Comune di Ateneo che dall’ultimo CCNL, grazie all’iniziativa di RdB, benché  previsto come fondo svincolato dal salario accessorio (escludibile quindi dalla decurtazione del 10% e dalle norme vessatorie del decreto Brunetta) non sia quantificato nel Bilancio. In altre università per fronteggiare la situazione penalizzante per i lavoratori, nel corso del 2009, sono stati sottoscritti accordi  che prevedono lo scorporo dei fondi e la loro stabilizzazione con  le procedure per le progressioni orizzontali.

A Tor Vergata, invece, nè si informa e né  si  contratta: sembra oramai consuetudine escludere i sindacati dalle questioni che riguardano i lavoratori. Anche se sembra strano che, in una situazione così difficile,  l’amministrazione non si assicuri il consenso dei sindacati. Ma di quali?

Il  2010, oltre che un anno di tagli,  sarà  anche un anno di transizione in cui le amministrazioni dovranno lavorare, secondo il decreto Brunetta, per mettere in piedi il sistema della valutazione della “performance” e il sistema disciplinare  tra loro complementari e supportati da norme e contenuti pregnanti; entrambi collegate ad un sistema  premiante (?!?) basato sull’incentivazione economica che, al contrario,  si presenta vuoto!! Perché non si capisce con quali risorse verrà finanziata la meritocrazia.

Si dovrà lavorare per rendere coerente ed equilibrato il sistema  delle relazioni sindacali in funzione di un impianto generale che (con i provvedimenti odiosi legati alla valutazione dei

“buoni e dei cattivi, sosteniamo noi..), interferisce pesantemente sulla struttura della retribuzione e della carriera dei lavoratori.

Questo è quanto emerso nel convegno “Politiche di programmazione, controllo e valutazione del personale per l’innovazione, la produttività e la trasparenza della PA” che si è tenuto il 15 dicembre presso la prestigiosa Villa Mondragone con il patrocinio dell’Università Tor Vergata.

Da alcuni interventi, abbiamo definitivamente accertato che molti dei provvedimenti riformatori che hanno colpito negli ultimi anni il sistema università e la pubblica amministrazione sono stati elaborati dalle menti geniali ed innovatrici dei docenti e ricercatori dell’Università Tor Vergata: a partire dalle norme sulle fondazioni universitarie  (prof. Paolo Rossi, economista consulente di D’Alema nel 2001) per finire all’attuale gruppo di lavoro costituto da docenti della Facoltà di Giurisprudenza ed economia che hanno progettato e sviluppato l’impianto della riforma per Brunetta,  Ministro-DocentediTorVergata.

La notizia più interessante l’abbiamo colta al volo perché appena borbottata da uno dei  relatori-consulenti: la riforma Brunetta è di difficile attuazione nelle università, lì presenta gli aspetti più critici. Inoltre, secondo la dichiarazione di un relatore dissenziente, la  Riforma che si basa su astrazioni (la performance, tanto per citarne una) è rivolta più ai ministeri che agli enti pubblici dotati di autonomia.

Ed allora, se la riforma è inapplicabile alle università, i Rettori e i Dirigenti ne devono prendere atto ed impegnarsi per far valere questa banale constatazione e non fare “i realisti più del re”.

I responsabili della Sanità e i Sindaci si sono fatti valere imponendo al Ministro Brunetta l’esclusione del decreto, perché i Rettori non dovrebbero chiedere e pretendere altrettanto?

Ci auguriamo che gli altri sindacati facciano propria la richiesta, affinché l’autonomia universitaria sia rivendicata dai Rettori non a senso unico, ma  anche per la tutela del personale tecnico-amministrativo.

Informativa Senato Accademico del 15 dicembre 2009

 

Per adesso rivolgiamo a tutti i lavoratori gli

AUGURI di  BUONE FESTE e di BUON FINE ANNO

ed affrontare l’anno nuovo con gli animi temprati.

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