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Riprende l’attività in presenza, siamo ritornati alla normalità … ma il trattamento del personale TAB di questo ateneo è confinato nel dimenticatoio.

Il 7 settembre  i rappresentanti sindacali sono stati convocati ad un incontro con i vertici dell’ateneo. Abbiamo saputo che dal 15 di settembre il personale sarebbe rientrato in presenza, rimanendo solo al 20% in smart working perché con il green pass sarebbe stata garantita la sicurezza.  Su richiesta sindacale, però, il rientro è stato posticipato per dare la possibilità al personale di organizzarsi, visto che il 15 coincideva anche con la riapertura delle scuole.
E’ stata comunicata la programmazione periodica di incontri sindacali a scadenza quasi settimanale, da tenersi già dal mese di settembre, per definire il contratto integrativo 2021 e chiudere alcune partite ancora aperte del contratto 2020. Insomma, ripresa delle attività a pieno regime.

Che cosa è successo, invece? NULLA!            

Il personale è venuto a conoscenza del rientro non dall’amministrazione e né in tempo utile, appunto per organizzarsi, ma tramite i soliti comunicati sindacali “va tutto bene”. Per cui tutti erano a conoscenza del rientro, si vociferava, ma nessuno ne aveva certezza … Quando, come?
Gli incontri sindacali non si sono mai tenuti e siamo arrivati quasi a fine anno senza un contratto integrativo per il 2021.

Dal cedolino dello stipendio, alcuni si sono accorti che qualcosa non quadrava visto che con le progressioni orizzontali anziché guadagnarci, anche se di poco, la retribuzione per molti dipendenti invece è diminuita.
Non poteva essere altrimenti, dato che il contratto integrativo è stato applicato solo in parte: per il 2020 e per il corrente anno non è stata ancora erogata la quota di salario accessorio confluita nel Fondo comune di ateneo. Per non parlare dell’importo a ristoro delle spese sostenute dal personale in smart working di cui si discute da più di un anno.

Nel dimenticatoio sono finite anche le assunzioni programmate, in base alla destinazione di 6 punti organici, che avrebbero garantito l’assunzione del personale precario; il riconoscimento professionale a colleghi che svolgono ruoli di responsabilità; ad altri uno sgravio dei carichi di lavoro, incrementati a causa dei pensionamenti, con ricadute positive sulla funzionalità delle strutture.
Le attività aumentano, ma l’organico del personale TAB diminuisce. Un vuoto che purtroppo si manifesta con maggiore evidenza a fronte di un’attività in fermento per le assunzioni dei docenti.
Questi sono i fatti.

Quello che non comprendiamo è l’inerzia dei sindacati cosiddetti rappresentativi, quelli che non perdono occasione per sostenere che sono gli unici “titolati” a relazionare con l’Amministrazione.
Di seguito il “promemoria” inviato ai vertici dell’ateneo.

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Al Magnifico Rettore

Al Prorettore Vicario

Alla Direttrice Generale

 

Oggetto: Trattamento economico del personale: attuazione accordo integrativo 2020 e stipula accordo integrativo 2021.

Con la presente si evidenzia ai vertici di questa università l’indifferibile esigenza di mantenere gli impegni presi con le rappresentanze sindacali in occasione dell’ultimo incontro del 7 settembre 2021.

In caso di dimenticanza, si rammenta la mancata applicazione di una parte sostanziale dell’accordo 2020 e il calendario di incontri – finora mai tenuti – stabilito da codesta Amministrazione a partire dal mese di settembre (incontri tecnici ogni due martedì del mese e uno di contrattazione) in occasione dei quali si sarebbe dovuto definire l’accordo integrativo 2021 e l’accordo sulle modalità di corresponsione dell’emolumento a ristoro delle spese personali sostenute e della mancata fruizione del buono pasto durante lo smart working emergenziale.
Si era colto, positivamente, l’intento di recuperare il tempo perso per stipulare e applicare gli accordi entro il corrente anno.

Si fa presente, nel caso fossero sfuggite le conseguenze della mancata attuazione del solo accordo integrativo 2020, che al personale TAB di questa università non è stata ancora retribuita la parte di accessorio confluita nel Fondo Comune 2020, oltre l’emolumento a ristoro di cui si discute appunto dal 2020. Non è stata avviata, altresì, la procedura per le progressioni orizzontali, che dovrebbero decorrere dal 2020, per coloro che non possedevano i requisiti per accedere al bando per il 2019.
Si potrebbe ritenere superfluo menzionare il dato statistico ormai noto (elaborazioni Aran su dati RGS-IGOP) secondo cui gli stipendi del personale universitario sono tra i più bassi del pubblico impiego, ma è del tutto evidente che le circostanze lo richiede. Come richiederebbe un adeguato chiarimento la questione delle mancate assunzioni e progressioni di carriera conseguenti al congelamento dei punti organici destinate al personale TAB.

Non si aggiunge altro, poiché la situazione rappresentata definisce chiaramente la condizione di stallo in cui versa il trattamento riservato al personale TAB.

Cordiali saluti.

Roma, 27 ottobre 2021                                                                                           RSU/USB
Anna Maria Surdo

 

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