14 GIUGNO 2010
SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO INDETTO DAL SINDACALISMO DI BASE (RDB-USB e COBAS)
CONTRO LA MANOVRA, CONTRO LA DEVASTAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
BANCHE, CORROTTI ED EVASORI: ECCO CHI DEVE PAGARE I COSTI DELLA CRISI
MANIFESTAZIONI A ROMA, (MILANO E NAPOLI) – P.zza della Repubblica ore 9,30
Possiamo continuare a fare finta che la nostra vita quotidiana continui tranquilla e senza problemi, ma la realtà vissuta quotidiamente dimostra esattamente il contrario: viviamo all’interno di una crisi forte e generalizzata che ci tocca pagare pur non avendola causata.
La manovra finanziaria in discussione in Parlamento segna l’ultimo atto di un guerra non dichiarata alla Pubblica Amministrazione da parte di un governo che vuole utilizzare le risorse della PA per risolvere la crisi.
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui crediamo sia giusto scioperare:
- Blocco delle retribuzioni individuali di tutti i dipendenti pubblici al valore del 2010 per gli anni 2011-2012-2013. E’ derogato il pagamento della Indennità di Vacanza contrattuale. Bloccare le retribuzioni anche per il 2013 significa concretamente bloccare anche il primo anno del secondo triennio di contrattazione (2013-2015).
- Tetto perentorio del 3,2% per gli incrementi stipendiali individuali (corrispondente a circa 70 euro medi lordi alla fine del biennio contrattuale) sia per i contratti già stipulati che per quelli ancora da chiudere (alcune aree della Dirigenza e Afam). Si introduce così il meccanismo della retroattività, al fine di decurtare le retribuzioni che in sede decentrata hanno superato il 3,2%. In questo caso le Amministrazioni potrebbero effettuare, dal mese di luglio, l’adeguamento d’ufficio della retribuzione con la decurtazione degli importi eccedenti il limite el 3,2%.
- Cancellazione dell’intera tornata contrattuale 2010 -2012: lo stesso comma prevede espressamente l’sclusione di ogni possibibilità di recupero delle somme. Nei fatti il blocco non sarà solo di questo primo triennio, ma anche di una parte del secondo, quello del 2013-2015. Se infatti, come indica il comma 1 dell’articolo 9, le retribuzioni complessive non possono superare quelle del 2010 fino al 2013, è evidente che non ci potranno essere rinnovi contrattuali che partano dal 2013. Nella migliore delle ipotesi si perderà un anno se non addirittura due. Va anche considerato che, se rimane così com’è, il possibile ripristino di una serie di istituti contrattuali potrà ripartire solo dal 2015.
Vi sono poi tutte le questioni inerenti le pensioni che sono molto gravi in termini sul piano economico e dei diritti.
Allegati:
- Il testo del decreto legge 78/2010
- Volantino
- Le ragioni e gli effetti della crisi
- LA MANOVRA IN SLIDES
- Rubare è un mestiere impegnativo
- I cumuli redditizi… ma solo per i soliti
Avevamo già inviato un documento dei Cobas Inpdap (sulla possibilità che solo per alcuni (noti e non pochi..) vi è la possibilità di cumulo dei redditi. (http://rdb.uniroma2.it/wp-content/uploads/2010/05/chi-paga-la-crisi-5-e-14-giugno.pdf)
L’argomento, evidentemente ritenuto interessante, è stato ripreso da “Il Fatto” (Articolo “Il Fatto”)
IMPONENDO IL DIVIETO DI CUMULO ANCHE A COSTORO
LE CASSE PUBBLICHE RISPARMIEREBBERO 7.000.000.000,00€
(CHE POTREBBERO ESSERE RIUTILIZZATI PER ASSISTENZA, SANITÀ ISTRUZIONE ECC.)
Controinformazione: In riferimento ai dati forniti dall’ARAN sulle retribuzioni dei lavoratori pubblici, in cui l’agenzia rende noto un aumento del 39,7% fra il 2000 e il 2010, RdB-USB P.I. ha evidenziato – nella conferenza stampa che si è tenuta ieri 10 giugno – come nel calcolo dell’ARAN siano incluse le fasce dirigenziali della P.A., le cui dinamiche retributive non sono certo quelle del personale dei livelli, nonché il personale non contrattualizzato (Forze armate, Polizia, Carabinieri, Magistrati, Diplomatici, Docenti Universitari, i cui aumenti sono determinati per legge a prescindere dai Dpef), generando così un risultato da “pollo di Trilussa”. In merito poi al calcolo degli aumenti nel settore privato, non è chiaro quali siano le retribuzioni prese a riferimento dall’ARAN (calcolate in base alle cosiddette “retribuzioni convenzionali”?), visto che le dinamiche contrattuali nel settore vengono decise dalle associazioni datoriali.
RdB-USB ha inoltre sottolineato che nel periodo preso in esame la differenza fra inflazione programmata (14,3%) e inflazione effettiva (20,9%) dia un saldo negativo del 6,3%, col risultato di una consistente perdita del potere d’acquisto dei lavoratori, ricordando poi i gravissimi ritardi con cui i contratti sono stati rinnovati (esempio: la Ricerca , atteso per 54 mesi).
E’ stato inoltre sottolineato che dei circa 25 miliardi della manovra ben circa 16,8 provengano dai sacrifici che si vogliono imporre ai lavoratori pubblici: 7 miliardi dal blocco dei contratti e della contrattazione integrativa; 1,3 mld dal blocco degli scatti di anzianità nella Scuola; 8,5 mld, calcolati per difetto, dall’aumento dell’età pensionabile delle donne.