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Nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 3687, recante la riforma del sistema universitario, una delegazione RdB USB e’ stata audita presso la VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati.
Il testo del DDL approvato al Senato, che la Camera si appresta ad esaminare, è fondamento di una protesta generale i cui contenuti sono oggi motivo del rinvio dell’inizio del nuovo anno accademico. Rinvio cui i rettori delle università italiane devono far fronte a causa di criticità strutturali che il DDL in esame, così come si presenta oggi, peggiora e non risolve.
E’ inaccettabile, per esempio, la cancellazione della funzione di guida e responsabilità politica del Senato Accademico nel governo degli atenei. I senati accademici nelle università italiane non possono essere declassati ad meri organi di consulta. Condividiamo la necessità di una profonda riforma delle nostre Università, siamo anche convinti che tale riforma debba essere strutturale: cioè prevedere importanti investimenti tesi a valorizzare il ruolo pubblico dell’Università italiana come motore dello sviluppo culturale, scientifico e anche sociale, oltre che economico, dell’intero paese”.
RdB/USB rivendica una riforma vera che sappia stabilizzare, allargare e gratificare l’ossatura che tiene in piedi l’Università italiana attraverso il lavoro del personale tecnico, amministrativo, bibliotecario, degli insegnanti madrelingua sotto-inquadrati come CEL e dei ricercatori. Proprio ai ricercatori, il DDL in esame, riserva un trattamento talmente “persecutorio” da giustificare la protesta che sta realizzando il blocco della “produzione cognitiva” nelle università per il nuovo anno accademico.
Il DDL, inoltre, ignora il personale tecnico amministrativo delle Università Pubbliche. Questo personale annovera notevoli professionalità necessarie alla “vita” degli atenei, nel supporto alla formazione e alla ricerca. Difendiamo con forza l’esigenza strutturale per le università di poter contare su personale qualificato “stabile” e “pubblico” che in ogni ambito lavorativo non solo è sufficiente ma è condizione necessaria per raggiungere l’eccellenza che si pretendere dalle attività accademiche.
La riforma quindi va ritirata e riscritta ma prima bisogna risolvere questioni appunto strutturali che minacciano la vita degli atenei, su tutto: il finanziamento, il ritiro dei tagli e il ruolo unico della docenza con rapporto di lavoro a tempo indeterminato per i nuovi ricercatori.
Abbiamo lasciato alla commissione  una dettagliata memoria scritta. Si tratta di un documento fortemente critico che motiva il ritiro dalla discussione parlamentare del disegno di legge cosi’ come si presenta oggi. Noi chiediamo rispetto e dignita’ per i lavoratori e per tutta la comunità universitaria. Continueremo a connettere insieme le diverse vertenze per realizzare una mobilitazione generale che fermi questo tentativo golpista di smantellare l’Università Pubblica in Italia.
RdB USB Pubblico Impiego – Settore Università
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  In allegato la memoria scritta consegnata in commissionealtre info su: www.universita.usb.it

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