Recupero buoni pasto e Ddl Concretezza
La scorsa settimana è stato approvato in via definitiva il disegno di legge concretezza che apporta modifiche sostanziali in tema di assunzioni, assenteismo, e buoni pasto nella Pubblica Amministrazione.
Abbiamo colto l’occasione per richiedere all’Amministrazione notizie della restituzione dei buoni pasti, o comunque del valore dei buoni pasti, che erano stati ritirati a un consistente numero di dipendenti dell’ateneo perché non più spendibili per le note vicende del fallimento della società erogatrice.
Ancora prima dell’approvazione del disegno di legge, già eravamo stati interessati da alcuni comunicati di USB Pubblico Impiego e da un recente comunicato di un’altra sigla sindacale che riferiscono di restituzione di buoni pasto da parte di alcuni enti pubblici ai propri dipendenti.
Notizie interessanti che attestano la legittimità del diritto dei dipendenti (anche di Tor Vergata) e quindi della operatività della richiesta “restituzione”, che come USB avevamo sollevato a suo tempo (Richiesta USB per buoni pasti inutilizzabili).
A prescindere dall’approvazione della legge!
L’Amministrazione si è riservata di darci risposte per il prossimo tavolo tecnico.
Segue il comunicato dell’Esecutivo Nazionale USB Pubblico Impiego e in allegato il testo del Ddl concretezza.
» Leggi tutto l´articolo »
Riunioni tecniche tra l’Amministrazione e la Delegazione Sindacale in preparazione della stipula del contratto integrativo 2019
Nei primi due lunedì del mese, la Delegazione Sindacale è stata convocata dall’Amministrazione in riunioni “tecniche” per un confronto su alcune nuove proposte per il contratto integrativo 2019 che, secondo le dichiarazioni, vorrebbe chiudere entro il mese di giugno.
Nella discussione, alquanto serrata, sostanzialmente sono state due le novità proposte:
· una tornata di progressioni orizzontali per tutti gli aventi diritto, ossia 904 dipendenti della categoria B-C-D. Non sappiamo con certezza se con l’inquadramento nel profilo economico superiore dal corrente anno o dal 2020;
· una diversa regolamentazione di alcuni istituti contrattuali (indennità di sportello, turni e vigilanza) con evidenti effetti sulla remunerazione delle relative indennità e sul numero dei dipendenti interessati.
» Leggi tutto l´articolo »
La figura del dipendente pubblico è stata negli ultimi dieci anni letteralmente demolita da iniziative legislative persecutorie, creando un clima che ha consentito peraltro di bloccare il contratto per nove anni e, quando imposto dalla Corte Costituzionale, di rinnovarlo con aumenti ridicoli.
Quei contratti oggi sono scaduti e il Governo, con la precedente legge di bilancio, ha stanziato risorse per aumenti pari all’1,95% (circa 25 euro netti mensili), ennesimo segnale di marginalizzazione del settore pubblico.
Dalle impronte digitali al nuovo disegno di legge per il miglioramento della PA, il Governo “del cambiamento” continua ad alimentare l’ormai consunta retorica sui fannulloni del pubblico impiego, invece di affrontare i veri problemi della Pubblica Amministrazione.
» Leggi tutto l´articolo »
Il sistema della programmazione del personale nelle università, al netto di anni di spending review, di blocco e/o riduzione delle assunzioni, presenta alcuni aspetti fortemente negativi in considerazione delle specificità dei lavoratori universitari divisi in due gruppi (Docenti e Personale Tecnico- Amministrativo-Bibliotecario) che, paradossalmente, si trovano in diretta competizione per la distribuzione delle risorse disponibili.
E’ appena il caso di ricordare che le composizioni degli organi di governo universitari sono da sempre a forte maggioranza della docenza, una supremazia resa ancora più pesante dopo la legge 240, la riforma Gelmini.
Si tratta di un meccanismo di distribuzione delle risorse disponibili che si rileva fortemente sbilanciato a sfavore del personale tecnico-amministrativo, posto che le decisioni sono prese da docenti con maggiore sensibilità verso specifiche problematiche appunto della docenza.
Il blocco parziale e totale del turn over, inoltre, sta rendendo difficile la sopravvivenza degli Atenei con meno risorse premianti, causando il rilevante ricorso a forme di precariato.
Si tratti di ricercatori o di personale tecnico amministrativo, la trasformazione, giusta e doverosa, di questi lavoratori in personale a tempo indeterminato è costata punti organico, riducendo le possibilità assunzionali degli atenei, senza però produrre nuova forza lavoro. Soprattutto per il Personale Tecnico Amministrativo sono cambiati lo stato giuridico e le condizioni lavorative, ma non il numero delle risorse umane.
Una idea del danno subito dal PTA, può essere rilevata dai dati forniti dal MIUR (dati www.ustat miur.it): il personale tecnico amministrativo a tempo indeterminato nelle università italiane nell’ a.a. 2010/11 corrispondeva a circa 58.000 unità, nell’a.a. 2017-18 è passato a 52.700: una diminuzione del 9% di media in 8 anni accademici.
» Leggi tutto l´articolo »