Il sistema della programmazione del personale nelle università, al netto di anni di spending review, di blocco e/o riduzione delle assunzioni, presenta alcuni aspetti fortemente negativi in considerazione delle specificità dei lavoratori universitari divisi in due gruppi (Docenti e Personale Tecnico- Amministrativo-Bibliotecario) che, paradossalmente, si trovano in diretta competizione per la distribuzione delle risorse disponibili.
E’ appena il caso di ricordare che le composizioni degli organi di governo universitari sono da sempre a forte maggioranza della docenza, una supremazia resa ancora più pesante dopo la legge 240, la riforma Gelmini.
Si tratta di un meccanismo di distribuzione delle risorse disponibili che si rileva fortemente sbilanciato a sfavore del personale tecnico-amministrativo, posto che le decisioni sono prese da docenti con maggiore sensibilità verso specifiche problematiche appunto della docenza.
Il blocco parziale e totale del turn over, inoltre, sta rendendo difficile la sopravvivenza degli Atenei con meno risorse premianti, causando il rilevante ricorso a forme di precariato.
Si tratti di ricercatori o di personale tecnico amministrativo, la trasformazione, giusta e doverosa, di questi lavoratori in personale a tempo indeterminato è costata punti organico, riducendo le possibilità assunzionali degli atenei, senza però produrre nuova forza lavoro. Soprattutto per il Personale Tecnico Amministrativo sono cambiati lo stato giuridico e le condizioni lavorative, ma non il numero delle risorse umane.
Una idea del danno subito dal PTA, può essere rilevata dai dati forniti dal MIUR (dati www.ustat miur.it): il personale tecnico amministrativo a tempo indeterminato nelle università italiane nell’ a.a. 2010/11 corrispondeva a circa 58.000 unità, nell’a.a. 2017-18 è passato a 52.700: una diminuzione del 9% di media in 8 anni accademici.
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CUI PRODEST?
In base all’ avviso pubblicato in data 4 febbraio sul sito dell’ateneo, da ieri 20 marzo e fino alle ore 14,00 di oggi 21 marzo si SAREBERO DOVUTE SVOLGERE le elezioni per il rinnovo dei n. 6 Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).
Ed invece … NULLA!! LE ELEZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA SONO SALTATE.
Sono state rinviate a data da destinarsi con una e-mail del Direttore Generale inviata alle rappresentanze sindacali alle ore 16,15 del 19 marzo.
I sindacati istituzionali e la RSU, fino al giorno precedente l’apertura del seggio, non hanno trovato un accordo unanime sulle modalità di voto: telematiche con unico seggio presso il Rettorato (proposto dall’Amministrazione), oppure telematiche dalla postazione di lavoro (da alcuni sindacati) o ancora con i seggi tradizionali presso ogni Macroarea/Facoltà (la soluzione più sicura) .
USB, ovviamente, non è stata mai coinvolta nella consultazione, ma ancora più grave neppure gli eletti USB nella RSU!
Siamo venuti a conoscenza di questa diatriba solo alle ore 12,00 del 19 marzo, perché il Direttore Generale con una lettera per e-mail chiedeva di prendere una decisione definitiva ed unanime entro le ore 13,00 dello stesso giorno.
Ossia a poche ore dall’apertura dei seggi!! Ma al personale quando sarebbe arrivata la notizia di come e dove votare??
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Roma, 08.03.2019
Dalla CONFEDERAZIONE USB:
Più forte della disinformazione, più forte del boicottaggio, più forte delle provocazioni, più forte delle aggressioni. Lo sciopero generale nazionale per l’8 Marzo, promosso da Non Una Di Meno, condiviso e proclamato dall’Unione Sindacale di Base, è stato un successo, coronato dall’immensa manifestazione di Roma.
I numeri delle adesioni sono cresciuti vertiginosamente in ogni settore, pubblico e privato. Nel trasporto pubblico l’effetto più visibile dall’astensione dal lavoro, contro la quale c’era stata la levata di scudi dell’establishment e dei sindacati confederali – in primis Cisl e Uil – che avevano bollato il tutto come uno sciopero “contro le donne”.
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PRESIDIO A ROMA AL POLICLINICO TOR VERGATA
CONTRO LA DEMOLIZIONE DELLA SANITA’ PUBBLICA
Non è un caso che il Coordinamento Regionale USB Sanità abbia individuato il Policlinico dell’Università Tor Vergata per lanciare a Roma la campagna di mobilitazione nazionale per la difesa del sistema pubblico della Sanità e dei suoi lavoratori.
Il PTV, dal 2008 Fondazione privata con l’accordo tra Regione e Università, rappresenta l’emblema del processo di privatizzazione della sanità pubblica.
Dopo il fallimento della “sperimentazione” conclusa anticipatamente a causa del forte disavanzo accumulato in pochi anni, ora è in corso il tentativo di trasformare l’ospedale in Fondazione IRCCS.
Un Istituto a carattere scientifico con riferimento a non più di due specializzazioni disciplinari. Una scelta che, evidentemente, non tiene conto della realtà territoriale in cui insiste, caratterizzata da una complessa condizione sociale.
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