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pubblicato il 30 Ottobre, 2018

PROGRESSIONI ORIZZONTALI PER TUTTI
BASTA VOLERLO!

Per le progressioni orizzontali,  in contrattazione decentrata si è discusso di selezione, di criteri e di fondi che, però,  ancora non sono stati  costituiti con un atto formale.

Eppure per avviare le procedure, la costituzione dei  fondi è la condizione  sine qua non …
L’altra condizione è che i fondi siano adeguatamente disponibili, per non erodere la “produttività” che viene erogata al personale.

E per noi di USB, proprio questo non sa da fa’…

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L’Azienda propone un accordo per la progressione orizzontale, ma i fondi a disposizione coprono appena il 20-30% del personale avente diritto.

Coerentemente con la nostra linea sindacale che nella pratica privilegia il metodo della trasparenza, informiamo le lavoratrici e i lavoratori che l’Azienda ha proposto un accordo sulle progressioni orizzontali, cosiddette di “fascia” nel comparto sanità, allegando il prospetto dei fondi disponibili per l’anno 2017. Manca, però,  il prospetto dei fondi 2018.

Domani si terrà la contrattazione sindacale e pur non partecipando come organizzazione sindacale, poiché non firmataria di contratto, ma solo con i nostri eletti RSU, illustriamo le nostre osservazioni per una migliore comprensione della proposta:

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Pensioni, sanità, diritti, settori strategici:
è ora di tornare al pubblico! 

Il 20 ottobre manifestazione nazionale

 

Nazionalizzare significa proprio questo, riportare nell’ambito del settore pubblico funzioni essenziali che sono garanzia per la vita dei cittadini.

Per anni ci hanno riempito la testa con lo slogan “privato è più efficiente”. Una campagna finalizzata alla dismissione di asset fondamentali per il Paese come le telecomunicazioni, i trasporti, la sanità, l’istruzione, la previdenza…, dalla quale è conseguita in maniera quasi fisiologica la campagna di criminalizzazione contro i cosiddetti fannulloni del pubblico impiego funzionale all’attacco alle condizioni materiali e ai diritti dei lavoratori pubblici.

Oggi emerge drammaticamente una realtà diversa da come ce l’avevano dipinta. Non solo la privatizzazione dei servizi non è garanzia di efficienza, ma, al contrario, diventa nei casi più eclatanti un fattore di rischio. Il crollo del Ponte Morandi ne è una drammatica evidenza.
D’altronde non potrebbe essere altrimenti: se la priorità è il profitto tutto il resto viene dopo, anche la salute e la sicurezza dei cittadini. Il profitto passa per meno diritti e meno salario ai lavoratori, per tagli alle spese sui materiali e sulle manutenzioni.

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pubblicato il 22 Giugno, 2018

 

LA  DITTATURA DELLA MAGGIORANZA

 

USB PI ha partecipato alla contrattazione per il comparto Istruzione e Ricerca perché previsto dall’accordo quadro sottoscritto tra ARAN e Sindacati nel luglio del 2016.
Oggi le stesse CGIL, CISL, UIL nazionali si sono poi disturbate per invitare le Università ad essere rigorose nel far rispettare le “regole”, diffidando i Rettori a far partecipare la USB e le OO.SS. non firmatarie, anche in veste di semplici “uditori”, negando pertanto alle Università l’autonomia e l’esercizio della democrazia.

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