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ggi è stato firmato all’ARAN il rinnovo del CCNL del comparto Istruzione e Ricerca:
Trattativa antidemocratica per un bruttissimo contratto
Sullo schema già sperimentato con le funzioni centrali, ieri abbiamo assistito alla ormai consueta accelerazione della trattativa ferma da settimane e mai veramente decollata che ha portato nell’arco di 18 ore alla firma dell’ennesimo contratto a perdere per i lavoratori pubblici.
Una trattativa vergognosa svolta su due tavoli, uno con le confederazioni complici di CGIL CISL e UIL e le loro organizzazioni della Scuola e l’altro ritenuto dall’ARAN marginale, con tutte le altre organizzazioni sindacali comprese quelle di CGIL CISL e UIL di Ricerca e Università.
Una modalità intollerabile da parte dell’ARAN, nonché dei sindacati che vi si sono prestati, che ormai si sceglie gli interlocutori alla faccia di tutte le normative vigenti, contrattuali e non. Chi si pone in modo conflittuale o anche se solo si differenzia dal pensiero unico che accomuna Governo e sindacati collaborazionisti, si vede negata la possibilità di svolgere il proprio ruolo e la funzione che i lavoratori e le norme gli hanno attribuito.
Si è passato il limite, quello che è successo in questa trattativa è un fatto gravissimo! Uno schiaffo alla democrazia sindacale, uno schiaffo a tutti quei lavoratori, e non sono pochi, che sono rappresentati da altre Organizzazioni Sindacali o che non possiedono tessere.
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DOPO 2 SETTIMANE DALL’ULTIMA CONVOCAZIONE,
RIPARTE LA TRATTATIVA PER IL RINNOVO DEL COMPARTO ISTRUZIONE E RICERCA
USB ha iniziato il percorso di trattativa all’Aran sul nuovo contratto del comparto Istruzione e Ricerca nella convinzione che fosse prioritaria la centralità dei lavoratori, docenti e ATA, ricercatori, tecnici amministrativi e bibliotecari, che negli ultimi anni hanno subito una pesantissima perdita di potere d’acquisto dei salari e di diritti, a causa delle varie normative “anti-fannulloni” e, nel caso della Scuola, la nefasta legge 107.
Ci siamo accorti presto che per Cgil, Cisl e Uil la priorità non erano i lavoratori, ma riuscire a fare l’ennesima marchetta al Governo e firmare il rinnovo prima delle elezioni politiche.
Parliamo dello stesso governo che con il preside-sceriffo, il bonus premiale, l’alternanza scuola-lavoro e i finanziamenti pubblici alle scuole private ha distrutto la scuola pubblica statale, mettendo in moto processi di aziendalizzazione devastanti per la democrazia degli organi collegiali, la dignità professionale e la formazione pubblica. Lo stesso Governo che ha costruito una Università di classe sempre meno accessibile, sempre di più in mano alla casta baronale. Lo stesso Governo che ha portato la Ricerca Pubblica sul baratro, con i ricercatori meno pagati d’Europa e un sistema di governance assolutamente fallimentare.
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Che cosa è l’alternanza scuola-lavoro?: uno strumento di trasformazione della società che parte da lontano…
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
In seguito ad alcuni interventi profondamente critici sulla partecipazione dell’università all’implementazione dell’alternanza scuola-lavoro si è sviluppato nel nostro ateneo un embrione di dibattito (che spero possa crescere) su questo tema, e numerose colleghe e colleghi hanno raccontato la propria esperienza proponendo un discorso difensivo (lavoriamo bene, lavoriamo tanto, gli studenti sono entusiasti).
Il punto su cui mi preme soffermarmi non vuole mettere in discussione la qualità del lavoro dei docenti, nè dubitare della quantità del loro impegno.
Mi stupisce molto che in tutti i racconti di collaborazioni scientifiche e didattiche con le scuole sotto il marchio dell’ASL (Alternanza Scuola-Lavoro) manchi qualsiasi tentativo anche solo accennato di contestualizzare che cosa sia la novità dell’alternanza scuola-lavoro nel sistema scolastico e nella nostra società.
Collaborate con le scuole, avete e abbiamo figlie e figli che le frequentano, lavoriamo all’università… possibile che ci interessi solo il segmento della nostra specifica attività come se non fossimo nel mezzo di una riforma epocale (così la chiamava Renzi) devastante (questo ha denunciato il mondo della scuola) dell’istruzione pubblica?
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IL RINNOVO DEL CONTRATTO
PER L’ UNIVERSITÀ E I POLICLINICI UNIVERSITARI
E’ un eufemismo definire “CONTRATTO”
il testo proposto dall’Aran.
Si tratta sostanzialmente di una raccolta, una sorta di TESTO UNICO, delle leggi intervenute in questi ultimi anni a regolamentare il Pubblico Impiego. Una trascrizione dei vari Tremonti, Brunetta e Madia, interpretati nel modo più restrittivo possibile, e che non affronta il nodo fondamentale di questo rinnovo: il recupero salariale dopo quasi 10 anni di blocco contrattuale e di finanziarie che hanno tagliato i fondi alla contrattazione integrativa.
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