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pubblicato il 15 Gennaio, 2018

No ai contratti a perdere, basta con il ricatto della firma!            

Dopo 8 anni di blocco contrattuale e tre giorni di maratona all’Aran, alle quattro del 23 dicembre 2017 è stato firmato un brutto contratto per il Comparto Funzioni Centrali, del tutto insufficiente dal punto di vista economico a recuperare anche la sola inflazione registrata tra il 2010 e 2017.

Il valore medio di aumento del Comparto si ferma a 76 euro (altro che 85 euro medie!), la prima e seconda area (A e B) recuperano qualcosa solo attraverso una perequazione temporanea che si ferma al 2018, finanziata con i due mesi di risparmio ottenuto con l’incremento contrattuale per tutti i dipendenti del comparto erogato a regime non dal 1° di gennaio, ma da marzo 2018.

A questo si aggiunge un sistema di valutazione molto simile a quello previsto dalla riforma Brunetta, un peggioramento delle norme riguardanti i permessi per visite e cure mediche, un inasprimento delle norme disciplinari che è espressione diretta del pregiudizio che da anni ispira le campagne mediatiche contro i lavoratori pubblici e che è anche l’humus su cui è impiantato questo contratto.

USB non ha siglato l’ipotesi di accordo e già dalle prossime settimane avvierà la consultazione tra i lavoratori del Comparto.
Vi invitiamo a leggere  la scheda informativa  in allegato all’odg approvato il 13 gennaio 2013.                                                                               

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pubblicato il 9 Gennaio, 2018

RINNOVO DEL CCNL ISTRUZIONE E RICERCA: 

NESSUNA DIFESA DELLA SPECIFICITÀ DELL’UNIVERSITÀ

 USB, un contratto che rischia di peggiorare le condizioni dei lavoratori in cambio di una mancetta

 

Lunedì 8 gennaio si è tenuta, presso la sede ARAN, una riunione specifica per l’Università relativa all’ipotesi del nuovo sospirato contratto nazionale, nell’ambito degli incontri per “sezione” decisi dal tavolo per tutelare le specificità degli ex comparti.

Nel corso di questo incontro abbiamo dovuto prendere atto di alcuni segnali che non fanno ben sperare per la chiusura di un buon contratto.

Ci è stato consegnato e spiegato un corposo articolato esclusivamente sulla parte normativa, senza nessun accenno alla parte economica, che verrà discussa probabilmente la prossima settimana, insieme ci auguriamo ad altri aspetti determinanti per risolvere i veri problemi del personale tecnico-amministrativo dell’Università, come ad esempio l’ordinamento.

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  Il NUOVO ANNO SI APRE CON IL RINNOVO DEL CONTRATTO ISTRUZIONE E RICERCA

Il 2 e 4 gennaio,  si sono tenuti due incontri all’ARAN per il rinnovo del CCNL del comparto “Formazione e Ricerca”, dopo  la serrata trattativa che il 23 dicembre ha portato le (altre) OO.SS. alla firma dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL del comparto “Funzioni Centrali”. Si è discusso di “metodo di lavoro” per arrivare il prma possibile alla firma del contratto.

In sostanza, l’ARAN ha dovuto riconoscere quello che USB PI ha sempre sostenuto: l’impossibilità sostanziale di coniugare in un unico comparto specificità profondamente dissimili, viste le consolidate differenze contrattuali e professionali tra Scuola e gli altri settori. USB PI ha ribadito l’insostenibilità della scelta politica, non condividendo la priorità del contratto “veloce”, dettata dal governo per fini elettoralistici e perseguita dagli altri sindacati  per la propaganda delle prossime elezioni RSU (come se poi ci fosse chissà quale risultato da propagandare!!).

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pubblicato il 3 Gennaio, 2018
Trieste – 

L’analisi dell’intellettuale Noam Chomsky mette a nudo una realtà con la quale il sindacalismo di base si scontra da tempo: se si vuole porre le basi per il consenso dell’opinione pubblica alla privatizzazione di ampi ed importanti settori dell’amministrazione pubblica, prima devi fare in modo che i servizi pubblici non funzionino.

Quante volte abbiamo constatato la progressiva sottrazione di risorse pubbliche accompagnarsi all’ingresso di “partner” privati in settori fondamentali dello <Stato Sociale>?

Quante volte abbiamo verificato i tagli al bilancio dello Stato ripercuotersi sulla qualità e quantità dei servizi pubblici della pubblica amministrazione (assistenza, istruzione, sanità, previdenza)?

 CONTINUA LA LETTURA: sul sito di USB PI di Trieste