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VOGLIAMO RESTITUIRE IDENTITA’ AL COMPARTO E AL PERSONALE UNIVERSITARIO

Negli ultimi 10 anni sono stati persi oltre 5 miliardi con i tagli sul Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO).

Il peso più grave di questo stato di cose si è abbattuto sul personale tecnico, amministrativo e bibliotecario delle Università e dei Policlinici Universitari, che oggi risulta essere quello con le retribuzioni più basse di tutto il Pubblico Impiego.
Lo stesso personale che durante la pandemia, nonostante la carenza di organico e i salari irrisori, ha permesso il funzionamento in emergenza degli Atenei.

Nel contesto Europeo, l’Italia risulta all’ultimo posto come finanziamento statale dell’Università, al penultimo per numero di giovani laureati e con metà dei ricercatori di Francia e Inghilterra.

USB RIVENDICA UN RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO (CCNL)
PER L’UNIVERSITA’ CHE DEVE:

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pubblicato il 13 Maggio, 2021

            Sciopero 21 maggio, perché per la sanità e la salute
non andrà tutto bene

Se sbagliare è umano, perseverare nell’errore è sicuramente diabolico e chi, ottimisticamente, pensava che la pandemia avrebbe portato a individuare la tutela della salute e la spesa sanitaria come prezioso investimento e non come una spesa da abbattere, rimarrà deluso. Nessun cambio di passo né di visione anzi, quello che si profila, è un brusco ritorno alla gestione e al finanziamento del SSN pre-pandemia.

Il DEF del mese scorso certifica infatti che nel triennio 2022-2024 la spesa sanitaria dovrà essere portata al 6,3% del PIL, con una riduzione di un punto rispetto a quella attuale, confermando la previsione di spesa fatta nel 2019 e questo, di fatto, va a significare che le maggiori spese per il personale sanitario, comunque in gran parte precario, per l’aumento dei posti letto di terapia intensiva e per la diagnostica legata al Covid, sostenute  per affrontare la pandemia non saranno consolidate e l’Italia tornerà ad avere una spesa sanitaria inferiore alla media UE e drammaticamente inferiore a quella di nazioni avanzate quali, a esempio, Francia e Germania.

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pubblicato il 9 Aprile, 2021

Riceviamo e pubblichiamo:    Da USB PI – Università Bologna

 CORNUTI  E  MAZZIATI!!

Il Rettore nella sua comunicazione del primo aprile rivolgendosi agli studenti comunica che:
“Per ciò che concerne le Biblioteche, contiamo d’altro canto che le attuali riduzioni nell’orario di apertura possano presto venir meno, grazie alla riapertura delle scuole che ridurrà le difficoltà del nostro personale bibliotecario con figli piccoli.”
pur confidando che si tratti, complice la data, di un’espressione di tardiva goliardia, osserviamo che:

  • È inaccettabile additare una categoria di lavoratori come responsabile di scelte altrui.
  • Le misure citate sono finalizzate al contenimento della pandemia e non alla conciliazione vita/lavoro del personale, questo dovrebbero saperlo, se non il Magnifico Rettore, almeno i vertici della nostra Amministrazione.
  • Il personale delle biblioteche, insieme a tutti quei colleghi che operano a stretto contatto con il pubblico, è quello più esposto ai rischi del contagio, per numero di contatti giornalieri (non vi è limitazione degli accessi per accedere ai servizi, ma solo per quanto riguarda i posti di lettura/consultazione, in altri atenei è in vigore la prenotazione anche per il semplice prestito), per promiscuità delle attrezzature e delle postazioni di lavoro, per gestione diretta di documenti potenzialmente vettori del virus, ecc..

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pubblicato il 23 Marzo, 2021

                                                                IL  PATTO PER  L’INNOVAZIONE DEL LAVORO PUBBLICO
    INIZIA  A PRODURRE I SUOI PRIMI NEFASTI EFFETTI.

 

I primi effetti deleteri della cena tra il Ministro Brunetta ed i rappresentanti di CGIL CISL e UIL non hanno tardato a farsi sentire.

A farne le spese saranno in prima battuta i lavoratori e le lavoratrici assunti in data successiva all’ 1/1/2019 nella Pubblica Amministrazione, in tutti i comparti della PA tranne la Scuola (che ha il fondo Espero), che si vedranno iscritti d’ufficio con la formula del silenzio-assenso al Fondo di Previdenza Complementare Perseo-Sirio, governato da CGIL,CISL,UIL.

Formula che, in mancanza di un esplicito rifiuto da parte dell’interessato, comporterà il trasferimento automatico del suo TFR nelle casse del Fondo Complementare Perseo-Sirio.

E’ bene chiarire che dietro la decisione di CGIL, CISL, UIL di forzare le procedure di adesione, c’è il fallimento della previdenza complementare sancito, a gennaio 2021 in ARAN, con l’ennesima proroga dei termini di scadenza per la partecipazione ai Fondi Espero e Perseo-Sirio, vista la deludente raccolta di iscrizioni.

I dati delle adesioni, definiti impietosi dal rappresentante della CISL durante l’incontro in sede ARAN, sono chiari: solo poco più di 174.000 adesioni su una platea di oltre 2.300.000 aventi diritto.

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