Anche quest’anno USB ha risposto all’appello lanciato dal Movimento Non Una Di Meno proclamando lo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata dell’8 marzo.
Uno sciopero per rimettere al centro del discorso le disuguaglianze e le discriminazioni e per dire basta alla violenza maschile sulle donne, ai femminicidi, ai tagli ai centri antiviolenza e alle molestie nei luoghi di lavoro.
Uno sciopero che mette al centro la femminilizzazione del lavoro come laboratorio al ribasso dei diritti: la condizione femminile è da sempre laboratorio di quella miscela oppressiva tra messa a disposizione di tempo di vita, gratuità e intermittenza, poi estesa a tutto il mondo del lavoro e cristallizzata nei modelli di precarietà e dismissione dello Stato sociale.
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Come RSU-USB abbiamo firmato il contratto integrativo 2018 che assicura il salario accessorio finora percepito con il particolare risultato di aver mantenuto l’IMA (Indennità Mensile Accessoria) come emolumento stabile per tutti. Vale a dire non più sottoposto a valutazione e a ulteriori contrattazioni. L’importo erogato mensilmente è significativo, relativamente al percepito più contenuto, se non del tutto assente, dai lavoratori degli altri atenei.
Però, da lì a far intendere che i
lavoratori di Tor Vergata sono i beneficiari fortunati di bonus e regalie … ce ne vuole!!
Un resoconto sindacale, in particolare, sembra più un comunicato dell’ufficio
stampa dell’ateneo che il comunicato di una parte del tavolo contrattuale.
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I Fast food, l’Università e la repressione. Torino calling. Come risponde USB?
La questione individuata e agitata dal gruppo universitario “Noi Restiamo” di Torino (https://noirestiamo.org/2019/01/04/la-palazzina-aldo-moro-universita-centro-commerciale/), sull’assegnazione di spazi dell’Università a soggetti privati, in questo caso la catena Burger King, parla a tutti, non solo agli studenti dell’ateneo torinese. È una questione che chiama in causa tutti i soggetti che vivono nel mondo della formazione (alunni, maestri, studenti, insegnanti, educatori, lavoratori della scuola, ma anche genitori che al sistema di istruzione affidano i propri figli). Li costringe a porsi delle domande di fondo sulla direzione che l’istruzione ha ormai da tempo imboccato nella nostra società.
Bene hanno fatto, dunque, gli studenti di NR a uscire subito dalle secche vertenziali e rivendicative e a lanciare per il 7 febbraio una giornata nazionale di lotta contro la privatizzazione del sapere e delle istituzioni che dovrebbero tutelarlo e trasmetterlo. Questa lotta ha una dimensione politica generale e implica la questione più ampia di quale senso e quale prospettiva possa avere l’istruzione per milioni di giovani in questo ed in altri paesi, al di là del suo appiattimento sui presunti e mutevoli interessi del mondo del lavoro e delle aziende, che hanno portato e portano con sé un carico di precarietà e povertà che è sotto gli occhi di tutti.
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Come USB Università denunciavamo già nel 2010 che la riforma Gelmini dell’Università avrebbe gettato nelle mani degli speculatori finanziari il sistema universitario italiano, visto anche il suo contemporaneo -finanziamento pubblico.
L’inserimento dei privati e di politici esterni nei CDA degli Atenei ha permesso questa svolta e ne è esempio quanto sta avvenendo negli Atenei Torinesi, coinvolti nei processi di riutilizzo speculativo di spazi post-industriali dell’area metropolitana.
E’ confermato da quanto sta avvenendo nelle aree prossime a Palazzo Nuovo, dove a fronte di una concessione di una parte degli spazi all’Unito, il Comune di Torino ha permesso di edificare due fast-food (Burger-King e MC DONALD).
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