DOPO OTTO ANNI DI BLOCCO, SERVE PIU’ UN BUON CONTRATTO CHE UN CONTRATTO VELOCE
Si è aperto giovedì 9 il tavolo all’ARAN per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del neonato comparto Istruzione e Ricerca, che racchiude i settori Scuola, Università, Ricerca e AFAM.
Dopo l’illustrazione da parte del Presidente dell’atto di indirizzo, sia sulla parte generale che sulla parte dei singoli settori, è stata la volta degli interventi delle Organizzazioni Sindacali presenti.
USB ha rappresentato la propria posizione già espressa al tavolo confederale e a quello della Funzioni Centrali, dove stanno trattando materie di carattere generale comuni a tutto il pubblico impiego e da cui arrivano segnali non positivi.
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SLITTANO I TERMINI DI PRESCRIZIONE PER I CONTRIBUTI PENSIONISTICI
Diffondiamo un comunicato di USB Pubblico Impiego che da notizia di sviluppi relativamente positivi nella complessa questione dei termini di prescrizione dei contributi previdenziali che interessa un’ampia fascia di categorie di pubblici dipendenti, tra cui i dipendenti universitari.
La reazione dei lavoratori, innescata dall’iniziativa del nostro sindacato che ha diffuso nei posti di lavoro la “novità” dell’applicazione della prescrizione quinquennale (già in uso nel privato), oltre ad aver risvegliato gli altri sindacati, ha obbligato l’INPS a posticipare di un anno l’avvio dei termini di prescrizione.
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Si segnala l'intervento di Alessandra Ciattini "La finta scoperta della
corruzione universitaria" su La Citta' futura.
Corruzione universitaria: la scoperta dell’acqua calda.
Dopo il chiassoso ed inutile battage suscitato dallo sciopero dei docenti universitari – una categoria che non sciopera mai, ligia ai suoi doveri verso lo Stato – ecco un nuovo clamore stimolato dalla denuncia di un ricercatore che sarebbe stato invitato a ritirarsi da un concorso per cedere il passo a un suo collega più vicino ai commissari. Concorso nel quale sarebbe coinvolto anche un ex-ministro. Si potrebbe dire anche in questo caso “tanto rumore per nulla”, giacché tutti sanno, anche fuori del mondo universitario, che il criterio che regge il reclutamento e quello del passaggio da un livello all’altro della carriera universitaria è quello della cooptazione personale. D’altra parte, – ciò viene taciuto – si tratta di meccanismi estesi a tutte le istituzioni in una società capitalistica e non è soltanto un vizio italiano; affermazione con cui si vuole ribadire che il sistema in sé funziona, sono gli italiani che cercano sempre di fare i furbi.
Così, “l’America” sarebbe il luogo in cui la meritocrazia effettivamente è rispettata, dove se tu vali, se sei “talentuoso” hai successo e fai carriera. Tale mito è così radicato che ci sono ancora quelli che, nonostante tutto, parlano di “sogno americano” e chiamano gli emigrati deportati da Obama e che saranno scacciati da Trump dreamers.
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