Segnaliamo una iniziativa del “Comitato per il NO Tor Vergata”
MERCOLEDI 30 NOVEMBRE 2016 alle 14.00
in AULA 3 – FACOLTÀ di SCIENZE MFN
dal titolo
“Verso il Referendum sulla riforma costituzionale
PERCHÈ NO? COSTITUZIONE, PLURALISMO, DISSENSO”
Il dibattito sarà introdotto dalle relazioni di:
Prof.ssa ROBERTA CALVANO, costituzionalista
Avv.ssa MICHELA ARRICALE, comitato nazionale per il NO
Tutte le interessate e tutti gli interessati sono
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Lettera aperta alle Studentesse e agli Studenti dell’Università di Tor Vergata
Art. 17 della Costituzione della Repubblica
I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
Cara Studentessa, caro Studente,
ci rivolgiamo a te in questa forma un po’ inconsueta della Lettera perché al “Comitato per il NO” dell’Università di Roma ‘Tor Vergata’ è stato impedito l’uso delle aule per tenere delle assemblee, libere, aperte, democratiche per illustrare i problemi del referendum e discuterne tutti insieme faccia a faccia.
La negazione di un diritto sancito dalla nostra Costituzione (quello di riunione) è stato motivato dalle Autorità accademiche di ‘Tor Vergata’ con il più surreale dei pretesti: che la nostra assemblea avrebbe violato…la par condicio.
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NON UNA DI MENO:
26 NOVEMBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CONTRO LE VIOLENZE
SULLE DONNE
In Italia 6.788.000 donne hanno subito violenza nell’arco della loro vita e dall’inizio del 2016 sono già 93 i casi di femminicidio. La maggior parte delle violenze di genere si consuma nel “rassicurante” ambiente domestico per mano di uomini conosciuti e, principalmente, incapaci di accettare scelte di autodeterminazione delle donne. La violenza di genere non è frutto di un raptus, né la manifestazione di una patologia, ma un fenomeno strutturale che origina dagli squilibri nei rapporti di genere e sociali. Non è un caso che la maggior parte delle vittime di violenza siano donne che cercano, anche attraverso il lavoro, di percorrere la faticosa strada dell’indipendenza e dell’autonomia.
La crisi economica continua a falcidiare posti di lavoro, creando insicurezza e precarietà per milioni di persone, e ha ridisegnato il mercato del lavoro con forme sempre più atipiche e non stabilizzate, dove maggiore è la percentuale delle donne.
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Il 21 OTTOBRE L’UNIVERSITÀ PARTECIPA
ALLO SCIOPERO GENERALE
con manifestazioni locali che si svolgeranno nelle maggiori città http://www.usb.it/index.php?id=renziscio#iniziative-locali
perché vogliamo
- imporre la costruzione di una società diversa, basata sul diritto al lavoro e a un riequilibrio nella distribuzione delle risorse, così da permettere a tutti di avere salari e pensioni dignitosi;
- investimenti omogenei in Ricerca e Formazione di base, presupposti fondamentali per una crescita sostenibile e collettiva;
- la riduzione delle spese militari , delle spese salva- banche e dei costi della politica;
- dirottare spese previste per costose e dannose infrastrutture a spese di recupero edilizio e territoriale che diano sicurezza e diritto alla casa;
- l’abolizione dell’obbligo costituzionale del pareggio di bilancio per Enti pubblici che operano in Sanità, Formazione, Ricerca e Trasporti;
- una riforma previdenziale e del mercato del lavoro che ridiano dignità e futuro a intere generazioni;
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COMUNICATO STAMPA
21 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE E SOCIALE
Di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata
Venerdì 21 ottobre sarà sciopero generale dell’intera giornata di tutte le categorie pubbliche e private proclamato da USB, Unicobas e USI con iniziative, presìdi e manifestazioni in tantissime città.
Lo sciopero è indetto: per l’occupazione, il lavoro e lo stato sociale, contro le politiche economiche del governo Renzi dettate dalla UE; per la difesa e l’attuazione della Costituzione ed il NO al Referendum; per la scuola e la sanità pubbliche ed il diritto all’abitare; contro l’attuale sistema previdenziale e la controriforma Fornero, la riforma Madia, il jobs act, l’abolizione dell’art.18, la precarietà, l’attacco al Contratto nazionale; per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, per l’aumento di salari e pensioni, per il reddito, per la sicurezza sul lavoro e nei territori; contro le privatizzazioni, la deindustrializzazione, e per la nazionalizzazione di aziende in crisi e strategiche; contro la Bossi-Fini e il nesso permesso di soggiorno–contratto di lavoro; contro la guerra e le spese militari; per un fisco giusto senza condoni agli evasori; per la democrazia sui posti di lavoro ed una legge sulla rappresentanza che annulli l’accordo del 10 gennaio 2014.
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