Riprende l’attività in presenza, siamo ritornati alla normalità … ma il trattamento del personale TAB di questo ateneo è confinato nel dimenticatoio.
Il 7 settembre i rappresentanti sindacali sono stati convocati ad un incontro con i vertici dell’ateneo. Abbiamo saputo che dal 15 di settembre il personale sarebbe rientrato in presenza, rimanendo solo al 20% in smart working perché con il green pass sarebbe stata garantita la sicurezza. Su richiesta sindacale, però, il rientro è stato posticipato per dare la possibilità al personale di organizzarsi, visto che il 15 coincideva anche con la riapertura delle scuole.
E’ stata comunicata la programmazione periodica di incontri sindacali a scadenza quasi settimanale, da tenersi già dal mese di settembre, per definire il contratto integrativo 2021 e chiudere alcune partite ancora aperte del contratto 2020. Insomma, ripresa delle attività a pieno regime.
Che cosa è successo, invece? NULLA!
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Nessuna agibilità ai fascisti: lo sciopero generale dell’11 ottobre rimetterà al centro i veri problemi del Paese
Ancora una volta i fascisti provocano in tutta Italia scontri e danneggiamenti che contribuiscono ad alzare una cortina fumogena sull’operato del governo Draghi che si appresta a gestire i miliardi del PNRR attaccando i diritti dei lavoratori e delle classi popolari.
Condanniamo l’assalto fascista alla sede nazionale della Cgil, a cui esprimiamo solidarietà, che ha padri e madri e che per fortuna non si è concluso tragicamente, come invece avvenuto alla Casa dei Sindacati di Odessa ad opera dei fascisti ucraini.
Anni di tolleranza e complicità di larghi settori della borghesia italiana e dei loro partiti, l’impunità consentita ai comportamenti razzisti e sessisti, l’utilizzo spregiudicato dei fascisti in funzione antipopolare sono alla base degli avvenimenti di sabato e dei giorni scorsi.
Per questo è necessario continuare a rafforzare le lotte contro le scelte del governo Draghi, nuovo plenipotenziario europeo, sconfiggendo le sue scelte odiose che attaccano l’occupazione, il salario, le pensioni, il diritto alla casa.
Lo sciopero generale nazionale di lunedì 11 ottobre proclamato dal sindacalismo di base rimetterà al centro i veri problemi del Paese e non consentirà alcuna agibilità ai fascisti, comunque mascherati.
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LE RAGIONI DELLO SCIOPERO GENERALE
La pandemia ha prodotto un drammatico impatto sociale sia sul versante sanitario sia sulle condizioni di vita, di lavoro e salariali.
Nonostante il ritorno alla “normalità”, nonostante le ingenti risorse del “PNRR” che dovrebbero rilanciare l’economia del Paese (se non venissero dirottate al profitto delle imprese), si prospetta una crisi economica dai contorni drammatici.
In realtà la crisi i lavoratori pubblici l’hanno già pagata in anticipo negli ultimi decenni con i mancati adeguamenti salariali ed un contratto nazionale basato su false meritocrazie esclusivamente punitive.
Negli ultimi 10 anni sono stati persi oltre 5 miliardi con i tagli sul Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università (FFO). Un definanziamento dell’Università pubblica che priva i giovani del diritto allo studio, di risorse la ricerca di base, causa la esternalizzazione delle attività istituzionali e la fuga all’estero dei giovani ricercatori.
Per un Paese non c’è futuro senza Ricerca e Formazione!
Il prezzo più pesante lo sta pagando il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario delle Università e dei Policlinici Universitari, che oggi risulta con le retribuzioni più basse di tutto il Pubblico Impiego e con carichi di lavoro sempre più pesanti a causa del mancato turn over.
Per il personale TAB non è previsto il finanziamento di piani straordinari di assunzioni e progressioni di carriera come per i docenti. Lo stesso personale che durante la pandemia ha permesso il funzionamento in emergenza degli Atenei. I primi insieme alla Scuola tra i dipendenti pubblici a dover rientrare dallo smart working, senza garanzie per le dovute tutele di prevenzione e sicurezza stante il perdurare dell’emergenza sanitaria. Respingiamo la volontà del Governo dei padroni e delle banche di scaricare il prezzo della crisi sui lavoratori e sulle famiglie. Reagiamo partecipando allo sciopero generale proclamato da USB.
11 OTTOBRE 2021 Sciopero Generale Nazionale
per tutte le categorie, sia del pubblico sia del privato,
proclamato da USB congiuntamente alle sigle del sindacalismo di base
Con il post-covid si sta assistendo all’emergere di nuove povertà: non solo perdita del potere di acquisto dei salari, ma anche fasce di popolazione senza casa, senza lavoro e senza reddito.
Nel settore privato, lo sblocco dei licenziamenti sta dando il via ad un’ondata di esuberi, delocalizzazioni e ristrutturazioni pesantissime che favoriscono il ricambio di manodopera garantita con giovani ultra-ricattati e sottopagati. A questo si aggiungono i pesanti rincari della luce e del gas che incidono sulle bollette, sui costi delle materie prime e sul prezzo di tutti i beni di consumo.
Dal PNRR non sono previsti gli investimenti necessari per rilanciare il lavoro pubblico.
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